MOTORI: COS’È CAMBIATO A UN ANNO DALLO SDOGANAMENTO DELL’IDROGENO?

Un anno fa ci si aspettavano grandi passi avanti per i veicoli a idrogeno in Italia: a marzo dell’anno scorso una nuova legge aveva innalzato da 350 a 700 bar la pressione nei distributori del primo elemento della tavola periodica. Questo avrebbe consentito di fare rifornimento di idrogeno in soli tre minuti e in totale sicurezza; sembrava la rivoluzione, la ricetta per la diffusione dei veicoli a idrogeno anche nel nostro Paese. Ma, a un anno di distanza, che cosa è cambiato?

I distributori sono ancora pochissimi; anzi, uno solo in tutta Italia, e si trova nella facoltosa provincia di Bolzano. Ce ne sarebbero altri cinque, ma non sono ancora in funzione o non sono aperti al pubblico, come quello di Milano, riservato ai mezzi pubblici dell’Atm. Dal sito riservato a questo tipo di mobilità si legge però che, entro il 2020, sono attesi dieci nuovi distributori d’idrogeno per vetture private e altrettanti per i mezzi pubblici. L’ambizioso obiettivo a lungo termine è di raggiungere più di 5mila distributori per il 2050.

Le case automobilistiche – specialmente quelle orientali – stanno facendo la loro parte: Toyota, Honda e Hyundai si sono già cimentate in modelli che funzionino a idrogeno, rispettivamente con Mirai, Clarity e ix35; le prime due sono berline, il terzo un suv. A breve seguiranno altri marchi, ma finché la diffusione delle stazioni di rifornimento resta esigua, tanto vale.

Eppure, a fronte di pochi difetti, i pregi non sono da poco: basti contare delle prestazioni più che soddisfacenti a fronte di emissioni che si limitano a semplice vapore acqueo e un’autonomia di tutto rispetto (oltre 600 chilometri); inoltre i tempi di rifornimento sono insignificanti, attestandosi sui tre minuti. I limiti sono pochi, forse solamente due – di cui il primo non dipende dalle case costruttrici –: la scarsa densità di distributori sul territorio e poi il costo, si parte da 55mila euro; ma c’è chi spende molto di più per veicoli a gasolio o benzina.

Una piccola curiosità: l’idrogeno potrebbe essere anche un valido alleato dell’agricoltura. Il marchio statunitense di trattori New Holland ha pensato, in collaborazione con il gruppo Fiat, un trattore a idrogeno, che consentirebbe di lavorare nei campi senza inquinare. Ma l’aspetto più interessante è l’autosufficienza, cui aspirano molte aziende agricole: si potrebbe raggiungere con una produzione “in casa” d’idrogeno grazie al biogas.

Alessandro Tonini

 

 

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