ESCLUSIVA: MOGOL, DA MOLTENO ALLA SIAE CON PIERO MONTANARI. CHE RACCONTA A CIVATE NEWS…

MOLTENO – Il 10 settembre scorso Mogol, all’anagrafe Giulio Rapetti, ad 82 anni appena compiuti (il 17 agosto) è stato eletto all’unanimità presidente del Consiglio di gestione della Siae. Proprio il giorno successivo al ventennale della scomparsa di Lucio Battisti, di cui notoriamente è stato autore per anni – dal 1966 al 1980, quando si ruppe il loro sodalizio artistico.

La nomina di Mogol a capo della Società Italiana degli Autori ed Editori è un grande onore per Lecco e provincia, perché l’artista, nato a Milano, dalla fine degli anni Sessanta vive nel comune di Molteno. Lo stesso dove, nel 1973, si trasferì Lucio Battisti insieme alla futura moglie, l’autrice e compositrice Grazia Letizia Veronese (che avrebbe scritto alcuni brani insieme al marito dopo Mogol) e al figlio Luca, per trascorrervi tutta la vita; il paese dove si sarebbero celebrati i funerali di Lucio e dove i suoi resti mortali avrebbero riposato per un periodo. Proprio lì si sviluppa la fruttuosa collaborazione musicale tra l’artista originario di Poggio Bustone (Rieti) e il collega milanese figlio di Mariano Rapetti, direttore della notissima casa editrice musicale Ricordi, dalla quale nacque la Dischi Ricordi, che lanciò anche lo stesso Battisti.

Mogol, in un’intervista del 2008, raccontava che a Lucio “il posto piaceva e costruì anche lui una casa. È una zona molto bella e ricca di verde e con molti laghi, facilmente raggiungibile da Milano – continuava l’autore – Ci incontravamo a lavorare in casa mia una volta l’anno quando lui aveva finito di lavorare sulle composizioni musicali”. Tra gli anni Sessanta e Settanta Mogol firmò e produsse molti degli straordinari successi cantati da Battisti (o anche da Battisti). Solo per citarne alcuni: “29 settembre” (giorno di nascita della prima moglie dell’autore, Serenella, e cantata anche dall’Equipe 84), “Dolce di giorno” (interpretata dai Dik Dik), “Balla Linda”, “Per una lira”, “Emozioni”, “Mi ritorni in mente”, “Il mio canto libero”, “Una donna per amico”, “Ancora tu” e “Sì, viaggiare” (naturalmente c’è solo l’imbarazzo della scelta).

Inoltre, negli stessi anni, egli firmò per la Siae la canzone portata al successo da Mina “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli (che allora non era iscritto alla società della quale fino a non molto tempo fa era presidente); “Una lacrima sul viso”, il grande successo di Bobby Solo a Sanremo 1964; produsse e tradusse in italiano canzoni internazionali come “California Dreamin’” (Sognando la California) del gruppo statunitense The Mamas & the Papas ed “A Whiter Shade of Pale” (Senza luce) dei britannici Procol Harum. Sia “Sognando la California” che “Senza luce” sono cavalli di battaglia dei Dik Dik.

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Credit foto: wikitesti.com

Ancora, nel 1980 poco dopo la fine della collaborazione con Battisti, Mogol iniziò a lavorare con Riccardo Cocciante, firmando successi come “Cervo a primavera”, “Celeste nostalgia”, e “Se stiamo insieme”, canzone con la quale Cocciante vinse il Festival di Sanremo 1991. Inoltre compose insieme a Mango “Oro”, “Nella mia città”, “Mediterraneo” e “Come Monna Lisa” e contribuì in maniera determinante alla carriera dell’artista lucano dopo un esordio per lui poco fortunato.

Mogol proseguì la propria attività autoriale con un’altra importante collaborazione, quella con Gianni Bella, componendo insieme al cantautore siciliano canzoni come “Nell’aria”, “L’ultima poesia” e “Senza un briciolo di testa”, interpretate da o con sua sorella Marcella (arrivata terza a Sanremo ‘86 con l’ultimo brano menzionato). Dal 1999, Mogol compose con Gianni Bella anche numerosi testi portarti al successo da Adriano Celentano. Tra tutti ricordiamo “L’emozione non ha voce” e “L’arcobaleno”, dedicata proprio all’amico di entrambi Lucio Battisti, che era appena scomparso a soli 55 anni. Le due canzoni sono contenute nell’album del Molleggiato “Io non so parlar d’amore”.

Per parlare direttamente della nomina di Mogol a presidente Siae, il maestro Piero Montanari, storico compositore e bassista recentemente eletto membro del Consiglio di Sorveglianza (l’organismo dirigente più importante) dell’Ente che ha eletto il grande autore musicale, si è reso disponibile a rispondere a qualche nostra domanda per farci “vivere” l’emozione di quel momento.

Montanari ha suonato come bassista per i più grandi cantanti italiani, come per esempio Claudio Baglioni, Renato Zero, Pino Daniele, Amedeo Minghi, Francesco De Gregori. Inoltre ha composto numerosissime musiche per il cinema e la televisione (sceneggiati per la Rai e importanti network europei). Sue sono le musiche delle comiche mute di Stanlio e Ollio. Inoltre è il fondatore del gruppo Facebook “Comitato dei mille soci Siae”, che tratta un argomento musicale “caldo” in questo periodo: il diritto d’autore.

Maestro Montanari, lei è stato eletto il 27 luglio circa. Immaginiamo la sua soddisfazione per questi risultati straordinari, Suoi personali, a coronamento di una carriera musicale già straordinaria. Una soddisfazione anche per la nomina di Mogol, che tutti noi stimiamo con infinito orgoglio. Le sue emozioni – per citare la celeberrima canzone sua e di Battisti – in questo momento: sue e, per quanto ci può testimoniare, del maestro Mogol.
Sono lusingato ed orgoglioso di aver potuto, col mio piccolo contributo (siamo 34 in Consiglio di Sorveglianza), far eleggere un autore del calibro di Giulio Rapetti – Mogol alla presidenza della Siae. Sapevamo che lui, persona schiva, aveva detto ‘no’ alle ripetute richieste pervenutegli da ogni parte, di accettare l’incarico, assai oneroso e di grande responsabilità. Evidentemente il suo animo generoso e sensibile ai problemi degli autori ed editori italiani, lo ha spinto ad accettare, pur sapendo a quali fatiche andava incontro. Ricordo che Mogol ha più di ottant’anni, anche se splendidamente portati, e qualche inevitabile acciacco con l’avanzare dell’età. L’emozione che ho provato è stata forte, quando è entrato nell’aula Puccini dove si stava svolgendo il Consiglio in Siae a Roma, acclamato da tutti con una standing ovation che lo ha colto di sorpresa: ‘Smettetela – ha detto – altrimenti mi metto a piangere!’.

Lei è riuscito a congratularsi con lui?
Sì, sono stato il primo fortunato, perché ero accanto a lui, a potergli stringere la mano e felicitarmi. Poi ho avuto modo di avvicinarlo nella festosa confusione delle congratulazioni di tutti, e parlargli un minuto dei problemi di noi autori, soprattutto dei più anziani e dei meno fortunati (che poi sono la maggioranza nella Siae), in attesa che si risolva la questione in sospeso del Fondo di Solidarietà. Mogol mi ha prontamente assicurato che sarebbe stato con noi e che voleva risolvere il problema in tempi brevi. Poi abbiamo scherzato un po’, anche per abbassare la tensione di quel momento troppo emozionante per lui.

Lei è da sempre in prima linea sulle varie questioni legate alla Siae e in particolare sul diritto d’autore ed è notizia dell’ultim’ora l’approvazione della direttiva europea sul copyright che riguarda la questione non di poco conto dei diritti alla fruizione musicale sul web. Lo stesso Mogol in qualità di neo presidente Siae, si è appena recato – verrebbe da dire senza perdere tempo – con una delegazione in “missione” a Strasburgo per perorare gli interessi di compositori, autori ed editori: è sicuramente stato fatto un ottimo lavoro, visto l’esito. Un suo commento.
Siamo tutti molto soddisfatti dell’approvazione di questa legge, anche se controversa ed osteggiata, perché – soprattutto nei contestati articoli 11 e 13 – mette uno stop sulla ‘vexata quaestio’ della distribuzione dei ricavi tra autori, artisti e giornalisti, di colossi del web come Google e Facebook. Fino ad ora hanno fatto incetta dei nostri contenuti senza pagare o pagando miserie, a discapito dei loro incassi favolosi. Senza i nostri contenuti, le loro ‘scatole’ miliardarie sarebbero vuote e prive di senso. Immaginiamo tablet, smartphone, computer senza musica e senza articoli, senza libri e senza film. Gli autori di contenuti debbono poter continuare il loro lavoro: se non ricevono compensi adeguati smettono o neanche lo iniziano. Lo stesso discorso può essere esteso alla nostra Siae, considerata spesso e a torto un generatore di balzelli, piuttosto che una società di collecting che raccoglie e distribuisce ai suoi autori i denari per gli utilizzi delle loro creazioni. Il Diritto d’Autore va pagato, è lo “stipendio” di chi scrive una canzone, un articolo, un film, un libro. 

D’altra parte, come già detto, Mogol si è subito mosso in vostro favore…
Sì, diciamo che dobbiamo essere già grati a Mogol che davvero non ha perso tempo, e il giorno dopo la sua elezione è partito subito in delegazione, col nostro direttore generale Gaetano Blandini, alla volta di Strasburgo, ad incontrare i parlamentari europei e il loro presidente Tajani, per sostenere la questione della legge sul mercato unico digitale, fortunatamente passata a favore degli autori europei. Debbo dire che è stato un grande inizio per il presidente Giulio Rapetti – Mogol”.

Mille grazie, maestro.
Grazie a voi.

Alessandra Boga

 

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