MOTORI, 150 KM ORARI IN AUTOSTRADA E NORME PER BICI E MONOPATTINI: IL NUOVO CODICE

ROMA – Anche se il testo non è ancora definitivo, quello che potrebbe diventare il nuovo codice della strada sta già sollevando critiche. Molte le novità, alcune delle quali lasciano perplessi automobilisti e non. In discussione alla commissione trasporti della camera dei deputati, prevede novità per quanto riguarda non solo la circolazione, ma anche le regole a bordo e la sosta.

Proprio riguardo quest’ultima – dopo le strisce bianche, blu e gialle – ora si parla di parcheggi a “strisce rosa”, che sarebbero riservati alle donne gravide. Quanto ai comportamenti da tenere all’interno dell’abitacolo si è sempre più verso il divieto di fumo in auto e soprattutto del cellulare alla guida: negli ultimi 20 anni il numero di incidenti in Italia è diminuito progressivamente; dal 2014 però il numero di sinistri ha cominciato a risalire e la causa è proprio la distrazione da telefonino, spesso fatale.

Venendo al capitolo “multe” – molto sentito dagli italiani – è prevista una nuova norma che vincolerebbe i comuni a reinvestire almeno il 50% dei proventi per incrementare la sicurezza stradale. Inoltre ogni anno dovrebbero pubblicare online un rendiconto generale.

Si dovranno inoltre regolamentare le norme per biciclette, pattini e monopattini – proprio una mancanza normativa su questi ultimi ha impedito in Italia la diffusione di compagnie di sharing di monopattini che si stanno invece diffondendo in mezza Europa, Francia e Regno Unito compresi. I ciclisti inoltre potranno circolare in contromano, a patto però che ciò avvenga nelle zone 30, dove quindi qualunque veicolo non può superare i 30 km/h. Proposta, quest’ultima, che fa molto dibattere in quanto – secondo alcuni – rischiosa per gli amanti della bicicletta.

E in fine – dulcis in fundo – la proposta più discussa: l’innalzamento a 150 km/h per quanto riguarda i limiti di velocità su alcune autostrade dello Stivale. Requisiti necessari – sic stantibus rebus – saranno: la presenza di 3 corsie oltre a quella d’emergenza, il sistema di controllo della velocità media (tutor) e l’assenza di incidenti da almeno 3 anni nel tratto interessato. È vero che le auto più recenti hanno guadagnato parecchio in termini di sicurezza, tanto da rendere fattibile una percorrenza di 150 orari, però – facendo due conti con la tolleranza – si potrebbe correre tranquilli fino a 157 km/h; pagando solo 41 euro di sanzione – e senza rischiare punti della patente – si possono raggiungere i 167 orari; e chi ha il piede più pesante, fino a 200 all’ora, potrebbe cavarsela con 169 euro e 3 punti di patente.

Multe a parte, resta di fatto che solo il 30% degli italiani dispone di auto recenti e quindi sicure. Senza contare poi l’ambiente: a quella velocità la quantità di emissioni nocive è parecchio più consistente rispetto a quella dei tradizionali 130 km/h – basti pensare che in Svizzera i limiti autostradali sono fissati a 120 chilometri all’ora proprio per ragioni d’inquinamento. Dov’è finito allora l’ambientalismo tanto sbandierato – solo per fare un esempio – nella sciocca e superficiale battaglia al Diesel?

Alessandro Tonini
atonini@iperg.net

 

 

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