“M’ILLUMINO DI MENO”, LE GUIDE AMBIENTALI ESCURSIONISTICHE SUI CORNI DI CANZO IN NOTTURNA

CANZO (CO) – Escursione notturna sul Triangolo Lariano, monti del Lago di Como. Le guide ambientali escursionistiche, come si vede nei video spettacolari con gioco di luci delle torce, si sono inoltrate nei boschi lungo i sentieri che conducono ai Corni di Canzo. Davide Galli, vicepresidente nazionale dell’Aigae e Paola Iotti, direttrice del corso per il Nord Italia, hanno spiegato, alle aspiranti guide provenienti da tutta Italia, i rapaci notturni presenti in zona e la loro etologia.

Durante la notte, dinanzi ai richiami, una coppia di allocchi si è presentata al buio sopra le teste delle aspiranti guide. Forte il messaggio che Aigae ha voluto lanciare alla vigilia di “M’Illumino di meno” in programma il 1 Marzo. “Mancano pochi giorni – dichiara Paola Iotti – all’iniziativa M’Illumino di meno di Caterpillar. Si può vivere senza sprecare e consumare la Terra. Prendendo spunto da loro questa notte svolgeremo attività esperienziali per percepire l’ambiente in assenza di luce. Servirà per insegnare alle future guide ambientali escursionistiche che anche le ore più buie possono regalare un’occasione per vivere la natura e i suoi ritmi, la vita degli animali notturni, i rumori. Ed inoltre come comportarsi in emergenza e senza luce?”.

“Prendendo spunto da M’Illumino di meno – racconta Davide Galli – abbiamo svolto attività esperienziali per percepire l’ambiente in assenza di luce. Sulle montagnre di Como c’è stata una bellissima escursione notturna accompagnata solo dalle torce frontali. Una grande esperienza servita per insegnare alle future guide ambientali escursionistiche che anche le ore più buie possono regalare un’occasione per vivere la natura e i suoi ritmi, la vita degli animali notturni, i rumori, gli odori della notte e il cielo stellato. Al tempo stesso le future guide sono state messe alla prova sulle accortezze da seguire  in termini di prevenzione del rischio qualora si volessero organizzare eventi di questo tipo o ci si trovi per emergenza a dover passare una notte all’aperto.

Il gruppo dei Corni di Canzo è una delle zone del Triangolo Lariano più conosciute per la bellezza dei panorami, per la natura ancora ben conservata e per i numerosi sentieri adatti a soddisfare tutti. Tre cime rocciose dall’aspetto arrotondato disposte da est a ovest, tali da sembrare dei “corni”, ben visibili dalla pianura: il Corno Occidentale (1.372 m), il Corno Centrale (1.366 m) ed il Corno Orientale (1.232). Sono i rilievi più elevati della costiera che separa il corso del Lambro dal ramo lecchese del Lario; i primi due delimitano la testata settentrionale della Val Ravella e costituiscono il confine fra il Comune di Canzo e quello di Valbrona, mentre la terza cima, la più bassa, è compresa nel territorio di Valmadrera.

L’area dei Corni di Canzo è caratterizzata da rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica (in particolare la Dolomia a Conchodon). Tutta l’area dei Corni di Canzo-Val Ravella è di grande interesse dal punto di vista naturalistico; una parte ricade anche nella Foresta Regionale dei Corni di Canzo, un vasto complesso prevalentemente boschivo, di circa 450 ettari, gestito da ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). 

“M’Illumino di meno di Caterpillar ha fornito un ulteriore stimolo alla sostenibilità, ad insegnare come fosse possibile vivere rispettando il Pianeta. Il lavoro della guida è totalmente esperienziale, dove sono in gioco cervello, corpo e sensazioni. Nella natura. Per questo abbiamo organizzato una 3 giorni di lezioni a immersione totale, giorno e sera – ha dichiarato Davide Galli, – con pernottamento in rifugio a sostenibilità totale. Per vivere insieme un’esperienza e confrontarsi sui modelli e gli esempi in prima persona. Una modalità formativa totalizzante che va al di là della didattica. Lo spunto che ci ha dato Caterpillar è appunto quello di proporre agli allievi dei modelli positivi, invitandoli ad avere in futuro un ruolo attivo nella divulgazione delle buone pratiche verso gli escursionisti che accompagneranno in natura. Non solo come fruitori quindi, ma come soggetti attivi responsabili dell’impatto della presenza umana”.

 

 

0Shares