“VALMADRERA, IL PASSATO PRESENTE”: QUESTA SERA ANTEPRIMA DEL DOCUFILM AL FATEBENEFRATELLI

VALMADRERA – Questa sera  alle 20.45 al Centro Culturale Fatebenefratelli presentazione dell’anteprima del docufilm “Valmadrera il passato presente”. Da un’idea di Lorenzo Vassena e Giosuè Bolis nasce questo progetto: “Valmadrera raccontata dalla voce dei suoi abitanti, indagata e riscoperta nei suoi siti più noti, ma anche negli angoli più nascosti e meno conosciuti che fanno parte del paesaggio primordiale del nostro territorio”.

Questo filmato su Valmadrera (a destra la locandina, clicca per ingrandire), commentato dai suoi abitanti di età e professioni diverse, innamorati della loro terra, è un lavoro corale che riserva qualche sorpresa agli stessi valmadreresi inconsapevoli spesso di vivere sulle orme di un passato che è sempre presente fra di loro.

Lo testimoniano ad esempio i reperti archeologici conservati nel Museo Civico di Castello, altre testimonianze più intime, come il molino Valsecchi che nel secolo scorso ha fornito farina per l’arte bianca dei prestinai, ma anche altri angoli come gli interni della Villa Gavazzi, le sale di rappresentanza, la cappella di famiglia di San Gaetano e quel che resta del Filandone con le sue scritte sui muri, oppure zone più misteriose come il Sass del Merlu con le sue leggende o le dicerie sulla Purtiòla che sono sospese nel sottobosco sopra San Tomaso lungo la via medioevale che congiungeva Valmadrera a Canzo, o la nostra chiesa parrocchiale recentemente riportata all’antico splendore, e molto altro ancora.

Tutto ciò è documentato in questo filmato con un’urgenza quasi fastidiosa, come se ci rimanesse solo poco tempo prima che tutto vada a sfaldarsi in nuove mappe e in labirintiche geografie; queste ci farebbero perdere di vista per sempre il modello originario su cui è radicata la nostra Valmadrera.

“Noi speriamo che ciò non avvenga – raccontano Vassena e Bolis – tuttavia abbiamo preso delle precauzioni: le testimonianze qui raccolte stanno a dimostrarlo, sono tasselli di un mosaico che anche in futuro potranno contribuire, speriamo, a riconoscere i lineamenti più genuini delle nostre origini e del nostro passato”.

 

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