MOTORI, L’AUTO CONNESSA A GONFIE VELE. SCETTICISMO PER LA GUIDA AUTONOMA

I dati parlano chiaro. Sul mercato del settore automotive rallenta l’entusiasmo dei consumatori nei confronti della tecnologia a guida autonoma: quasi un terzo degli italiani (il 29%) continua a ritenere “non sicura” la tecnologia a guida autonoma, in linea con il resto del mondo peraltro. Ad influire sulla percezione sono le notizie degli incidenti che hanno pesato per più di 1 italiano su 2 (53%) circa la sicurezza percepita dei veicoli a guida autonoma. A rivelarlo è l’osservatorio consumatori di Deloitte, un’azienda che si occupa di servizi di consulenza e revisione.

L’autopilot di Tesla

Quello che distingue i consumatori italiani è invece la fiducia – piuttosto in controtendenza – per le auto connesse, in cui internet è a disposizione della mobilità sia per avere informazioni in tempo reale sul traffico – e di conseguenza per scegliere il tragitto più conveniente – sia per poter offrire ai passeggeri un hotspot Wi-Fi.

E i servizi non finiscono qui, prestandosi dunque anche alla sicurezza: grazie alla connessione l’auto è in grado di chiamare i soccorsi da sola, in caso di incidente, oppure con un servizio di tracciabilità che di certo non guasta in caso di furto. Insomma, l’auto che assomiglia sempre più a uno smartphone: inizialmente era nata per trasportare persone e oggetti, così come il cellulare era nato per telefonare; ma poi i tempi sono cambiati e ora entrambi navigano in internet, ci danno informazioni, riproducono musica in streaming e si geolocalizzano.

Se il resto del mondo, e in particolare i nostri amici europei, teme che non venga rispettata la privacy, non così la pensiamo noi del Bel Paese che – secondo Deloitte – saremmo i meno preoccupati al mondo circa la tematica. Non solo si accetta di buon grado che questa tecnologia entri sempre più, insieme a noi, nell’abitacolo; ma anzi in Italia si è disposti a pagare in sovrapprezzo optional di tal natura.

E quando poi si chiede quale sarà l’auto del futuro, la prevalenza delle risposte guarda all’elettrico e all’ibrido. Sarà veramente così?

Alessandro Tonini
atonini@iperg.net

 

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