RETE CONSIGLIERI INFORMATI: “NESSUNA AMBIGUITÀ SUL TELERISCALDAMENTO!”

Visto che il neo presidente di Silea Spa ha ritenuto utile puntualizzare sui media locali le fattispecie che compongono le cosiddette biomasse in risposta a quanto emerso durante l’ultimo Consiglio Comunale di Valmadrera, da cittadini comuni, pensanti ed informati, poniamo altrettanto pubblicamente a lui, come ad altre persone competenti in materia, alcune esplicite domande in cerca di puntuali risposte.
Da tempo siamo impegnati per la chiusura la più anticipata possibile del forno inceneritore e quindi, nell’immediato, al blocco della procedura, ancora in corso, sull’individuazione del vincitore della gara di assegnazione del progetto di teleriscaldamento e relativa concessione della durata di 35 anni.

Ed allora ecco qui alcune mirate ed ineludibili domande :
È vero che le biomasse, pur essendo catalogate come “fonti rinnovabili” oltre che “non fossili” sono inquinanti ? Possono quindi produrre effetti sulla salute ?

Per sintetizzare elementi di conoscenza utili in materia ( che ovviamente nel dibattito registrano pareri non univoci, visti anche i forti interessi economici in gioco) riportiamo qui di seguito due brevi passaggi ( e relativi link) di articoli significativi, che chiunque può verificare sul web ad esempio digitando “Le biomasse inquinano”. Il primo fa riferimento ad uno studio della comunità europea di alcuni anni fa (fonte :Cordis – Servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo c/o Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee – 2, rue MercierL- 2985 Luxembourg)

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/bio-energie-rinnovabili/2007/12/14/anche-le-biomasse-inquinano/19694
“Con la riduzione dell’inquinamento dalla combustione di biomassa si otterrebbero anche dei vantaggi per la salute. Studi epidemiologici hanno dimostrato infatti che gli effetti sulla salute delle emissioni derivanti dalla combustione di biomassa sono analoghi a quelli delle emissioni da combustibili fossili, e comprendono difficoltà respiratorie e cancro al polmone.”

http://www.eco-magazine.info/news/4195/altro-che-energia-rinnovabile-le-centrali-biomasse-sono-un-affare-solo-per-chi-le-fa.html
“Il termine “bio” viene utilizzato per attribuire una valenza positiva e “naturale” a questo tipo di impianti in modo da poterli ascrivere al mondo della cosiddetta “green economy”. La mistificazione del linguaggio, in questo caso, è strumentale ad una politica di proliferazione di queste tecnologie sotto l’ombrello dell’ecologia e del rispetto della natura.
Il termine “bio” significa vita, crediamo che questi impianti di vita non ne dispensino affatto.”

E ancora in tema delle “Fonti rinnovabili”, prendendo direttamente spunto dalla recente pubblicazione Silea ( schema a pagina di pag. 22 “SISTEMA DI TELERISCALDAMENTO – POSSIBILI FONTI”, qui di seguito il link):

https://www.unpaeseperstarbene.it/wp-content/uploads/2018/12/Silea-e-il-sistema-Lecco.pdf

La domanda è : gli impianti e la rete di distribuzione di un Teleriscaldamento con fonte “solare termico” e “pompe di calore acqua di lago” ( entrambe realmente pulite e non inquinanti), indicate tra le possibili alternative all’incenerimento da rifiuti, sono compatibili con quelle collegabili all’inceneritore stesso (alias termovalorizzatore, termine usato solo in Italia) ?
Ci risulta infatti che tali fonti pulite possono alimentare (a basse temperature) solo contenuti edifici utilizzatori di “prossimità” e non certo grandi agglomerati, come prospettati per la rete in qualche modo collegata al “Termovalorizzatore” di Valmadrera (ad alte temperature) sollecitata dalla controversa prescrizione regionale.

Aspettando risposte pubbliche chiare, pertinenti e non macchinose (comprensibili a tutti) ci permettiamo di dare voce a quello che, in caso di argomentazioni non plausibili e dimostrabili, sembra rappresentare un dubbio diffuso :
Come anche paventato nel secondo stralcio di articolo sopra riportato, l’uso mirato dei termini “bio” e “fonti rinnovabili” sarebbe dettato solo da strategie d’immagine al fine di tacitare le giuste esigenze di tutela ambientale e sanitaria di un territorio già molto provato dalle emissioni pluriennali del “Termovalizzatore”.

Se si aggiunge poi quello che rappresenta un comune sentire diffuso (e che anche un bambino capirebbe) e cioè l’anacronistico protrarsi nel tempo di scelte realmente e virtuosamente alternative all’incenerimento, il quadro che ne emergerebbe sarebbe quello opposto al principio del “buon padre di famiglia”che notoriamente dovrebbe ispirare soprattutto gli amministratori pubblici. E il principio di maggior precauzione possibile è, a maggior ragione, doveroso anche in presenza di tesi e pareri discordanti sul grado d’inquinamento delle varie possibili fonti d’alimentazione.

La recente visita organizzata da Silea, pressata da pochi lungimiranti amministratori, al consorzio “Contarina” nel trevigiano (non termocombustione dei rifiuti ma loro valorizzazione massima, più posti di lavoro, minor esborso per il cittadino virtuoso che differenzia e soprattutto rimozione alla radice delle ripercussioni sulla salute pubblica) sarebbe lì a dimostrarlo, per chi vuol veramente rendersi conto e implementare da subito reali alternative al modello praticato nella nostra Provincia.

Aspettiamo tempestive risposte! E In assenza di ciò riterremmo confermati i dubbi e le relative argomentazioni a supporto.

Germano Bosisio, Salvatore Krassowski, Paolo Dell’Oro, Venini Enzo, Tiziana Rinaldi, Cesare Panzeri, Aldo Dal Lago, Remo Valsecchi
(Componenti della Rete Consiglieri Informati e/o del Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni)

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