NAMELESS ALLA PONCIA, AMBIENTALISTI PREOCCUPATI PER L’ULTIMA AREA AGRICOLA E FAUNISTICA

ANNONE BRIANZA – Circolano in queste ultime ore molti messaggi tra soggetti legati al mondo ambientalista e vicino alla difesa degli animali, a proposito della notizia – anticipata proprio da Civate News – della esatta collocazione nella zona della ‘Poncia’ ad Annone dell’edizione 2020 del Nameless Festival – la kermesse musicale dedicata ai giovanissimi reduce da 5 anni di successi nell’area valsassinese della piana tra Barzio e Pasturo.

La news sul ‘trasloco’ da Barzio ad Annone ha fatto rapidamente il giro tra i social e sui gruppi di Whatsapp e simili, suscitando grande preoccupazione non tanto o solo per l’utilizzo di quei terreni ma per il “dopo” ovvero le condizioni nelle quali verranno lasciati i campi, non distanti dal Golf Club. Zone “delicate” ma purtroppo a quanto pare non soggette a stringenti vincoli ambientali. Eppure, sostengono animalisti ed ecologisti, siamo accanto a un’area umida particolarissima, dalle caratteristiche così speciali da renderla l’ultima o tra le ultimissime della provincia di Lecco a possedere contemporaneamente vocazione agricola e faunistica.

L’attenzione è alta da parte di appassionati della natura, birdwatchers, paladini del verde e della fauna, in apprensione per la mancanza di tutele ambientali della sede scelta per il maxi festival della EDM.

Timori per un possibile “effetto Woodstock“, dibattiti su eventuali autorizzazioni, ambientalisti che si chiedono se davvero i biglietti siano già in vendita (lo sono sì, ndr): nella vicenda che già ha suscitato scalpore per la fuga dalla Valsassina del Nameless nonostante il successo crescente in un contesto nel quale le proteste “ecologiste” sono risultate pressoché assenti, si inserisce ora il fattore-fauna e zone umide.

Ed emerge – ancor prima di una presa di posizione ufficiale delle realtà “strutturate” come WWF, Lipu e altre del settore – la richiesta di chiarimenti da parte delle istituzioni pubbliche che in qualche modo hanno voce in capitolo sullo svolgimento della manifestazione, in programma a inizio giugno del prossimo anno. Enti che però, almeno per quanto a conoscenza della nostra redazione, non sembrano orientate a porre ostacoli di sorta al cammino del Festival “dell’Innominato“. Un business cospicuo per gli artisti, gli organizzatori e anche per chi ospita il raduno, destinato a far arrivare decine di migliaia di giovani e giovanissimi nei pressi o proprio sopra la famosa delicata zona umida, ricca di animali che con il tuncia-tuncia della musica in questione poco hanno a che spartire.

RedAmb

 

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