FILIERA EDILE AL PONTE DI ANNONE. “PER LO SBLOCCO DEI FINANZIAMENTI E UNA POLITICA INDUSTRIALE”

ANNONE BRIANZA – Venerdì mattina il flash mob degli operai e degli impiegati della filiera delle costruzioni sul ponte di Annone Brianza. I circa 600 lavoratori che hanno partecipato provengono dai cantieri, dalle fabbriche e dagli uffici della Lombardia e rappresentano i diversi settori (Edilizia, Cemento, Lapidei, Manufatti in Cemento e Laterizi, Restauratori).

L’iniziativa, collocata nell’ambito di una mobilitazione nazionale di Feneal, Filca, Fillea, ha avuto lo scopo di sollecitare le istituzioni competenti a programmare la manutenzione preventiva delle opere, dei viadotti, dei ponti e delle strade. Non è più tollerabile che si ripeta la tragedia di Annone Brianza. I partecipanti hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Claudio Bertini il 68enne morto sotto il crollo del ponte il giorno 28 ottobre 2016.

“Non chiediamo – commentano i sindacati – l’aumento delle risorse economiche da investire, chiediamo lo sblocco dei finanziamenti già approvati. Solo il 6% dei finanziamenti stanziati sono stati spesi per realizzare le opere. Dallo sviluppo della rete ferroviaria per lo spostamento di persone e merci, dal collegamento dei porti e aeroporti con la rete ferroviaria nazionale, dall’implemento delle opere infrastrutturali dei mezzi pubblici nelle città, dal completamento di alcune opere stradali (es. Autostrada Pedemontana Lombarda), dal raddoppio di alcuni tratti ferroviari in Regione Lombardia (es. Milano-Mantova, Bergamo-Monza, ecc.), dal quadruplicamento della ferrovia Rho-Gallarate. Da qui transita lo sviluppo sociale ed equilibrato di un paese nell’alveo di una economia circolare che sia compatibile con l’ambiente. Infatti la filiera dell’edilizia, percepita molte volte come antitetica agli ecosistemi naturali, deve dare il suo fondamentale contributo alla realizzazione dell’economia circolare”.

Le manifestazioni nelle 100 piazze d’Italia sono state realizzate anche per richiedere una vera politica industriale del settore, una riforma previdenziale che riconosca che non tutti i lavori sono uguali ai fini dell’accesso pensionistico, un contrasto dell’elusione contrattuale all’evasione fiscale e al lavoro nero, una corretta applicazione del Ccnl edilizia in cantiere, una “contro riforma” del codice degli appalti che privilegi l’offerta economicamente più vantaggiosa e non scarichi sulle condizioni reali dei lavoratore la concorrenza sleale tra imprese e infine una riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori e pensionati.

Nel pomeriggio gli incontri nelle Prefetture dei diversi territori per illustrare la situazione delle opere bloccate e per sollecitare tramite i Prefetti, il Governo, la Regione e Comuni per la realizzazione di un piano quinquennale di manutenzione preventiva delle opere esistenti. Inoltre è stata evidenziata la reale condizione dei lavoratori nel settore, chiedendo di inviare una missiva al Governo circa la situazione generale della filiera dell’edilizia di ogni singolo territorio.

 

 

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