PONTE DI ANNONE, QUATTRO NUOVI INDAGATI NELL’INCHIESTA SUL CROLLO

LECCO – Confermata la presenza di altri quattro nomi tra gli indagati per la tragedia di Annone in cui perse la vita il civatese Claudio Bertini e altre cinque persone rimasero ferite. I quattro si aggiungono nel registro degli indagati ai tre nomi già conosciuti, ovvero Angelo Valsecchi, ingegnere e dirigente dell’ufficio Viabilità della Provincia di Lecco, Andrea Sesana della Provincia di Lecco e Giovanni Salvatore, dirigente dell’Anas. Ma non si esclude che altri si possano accodare.

Vagliata la loro attività, i controlli effettuati sul ponte e i provvedimenti adottati negli ultimi anni, ora la Procura sta valutando la relazione finale del consulente tecnico, il professore Di Prisco del Politecnico di Milano

La relazione del docente parte dall’urto con un mezzo nel 2007: l’Anas aveva escluso il transito di trasporti eccezionali nella comunicazione inviata alla Provincia su sollecitazione di quest’ultima. Di Prisco indica come prima causa del crollo del cavalcavia “l’uso improprio dello stesso, determinando una situazione di carico priva dei consueti coefficienti, usualmente superiore a due”. Dal dossier emergono così precise responsabilità e il coinvolgimento di altre persone, oltre ai tre soggetti già iscritti nel registro degli indagati. “La prima responsabilità – si legge nella perizia del consulente della Procura – è della Provincia di Lecco, che in qualità di ente gestore della viabilità avrebbe dovuto apporre un cartello per limitare la portata massima a 44 tonnellate, escludendo trasporti eccezionali di massa, il che avrebbe consentito al cavalcavia di non subire deterioramenti nel tempo”.

“Tale limitazione – conclude l’ingegner Prisco – sarebbe risultata in accordo con i carichi di progetto, sebbene l’errore progettuale iniziale, riscontrabile analizzando la relazione di calcolo, avrebbe dovuto invitare la Provincia di Lecco, proprietaria della struttura, a verificare lo stato di fatto delle armature o ricollaudare il cavalcavia per valutare la capacità portante in esercizio”.

RedCro

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