INTRATTENIMENTO ONLINE IN ITALIA: I NUMERI DEL FENOMENO

Gli italiani amano divertirsi. E da qualche anno amano soprattutto farlo online. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni statistiche sul comparto dell’intrattenimento nel Paese. Secondo gli osservatori, nel corso del biennio 2022-2023, sono cresciuti tutti i settori, da quello del classic games, passando per il betting, fino ad arrivare a quello, più “moderno” di videogiochi ed e-sports. Ma vediamo più nel dettaglio i numeri di questo fenomeno e andiamo a scoprire l’identikit del giocatore medio e le regioni in cui si gioca di più.

In vetta alle preferenze degli italiani continuano a rimanere i grandi classici dell’intrattenimento come la roulette, ritornati in auge grazie alle innovazioni recentemente introdotte dai principali operatori come il gaming live, le suite di VR e le dirette streaming. Innovazioni che hanno trovato molto velocemente anche importanti riscontri economici. Basti pensare che nel 2022 il mercato ha superato i valori del 2019 (131 miliardi contro 110 miliardi, +19,5%) e che i dati delle agenzie ufficiali hanno confermano lo spostamento di parte dei giocatori verso il web: la raccolta del gioco online ha infatti registrato 70,5 miliardi, il doppio rispetto ai 36,4 miliardi circa di 3 anni prima.

Le statistiche dell’Osservatorio Nazionale sul gaming online, inoltre, svelano che la regione con il maggior giro di affari generato dal gioco è la Lombardia, prima in classifica davanti a Campania, Lazio ed Emilia Romagna.

E se i giochi tradizionali trascinano l’intero comparto verso statistiche record, numeri importanti arrivano anche da un altro settore in forte e continua crescita: quello dei videogiochi.

Secondo l’ultimo rapporto IIDEA, associazione che si occupa di monitoraggio e analisi statistiche, il mercato dei videogiochi nel nostro Paese ha generato più di due miliardi di euro nel solo 2022. A farla da padrone il segmento dei software che a oggi rappresenta più dell’80% dell’intero comparto. Buoni i numeri anche per le vendite dei software fisici, cresciute del 5,2% nel corso dell’ultimo anno, mentre una notevole contrazione ha registrato il comparto del segmento hardware (PC, console e periferiche di gioco) che ha segnato un -7,7% tra 2021 e 2022.

IIDEA ha analizzato anche il profilo del videogiocatore italiano medio, le piattaforme di gioco preferite e il numero totale di appassionati di gaming nello stivale. Scorrendo il rapporto si nota che i videogiocatori tricolori sono più di 14 milioni e hanno un’età media di 29,8 anni. Di questi il 42% è donna. Per quanto riguarda le piattaforme più gettonate, invece, vanno per la maggiore i dispositivi mobile (smartphone e tablet sono il device preferito dal 70% dei videogiocatori), seguiti da console (45,8%) e PC (38%). L’ultimo dato interessante, infine, riguarda il tempo di gioco medio, passato dalle 8,67 ore settimanali del 2021 alle 7,52 ore settimanali del 2022.

Sempre in ambito videogiochi è importante sottolineare la crescita di un altro settore: quello degli e-sports. La comunità globale dei videogiochi competitivi vanta centinaia di milioni di persone sparsi in ogni angolo del pianeta e l’Italia si sta affermando come uno dei Paesi più in crescita, sia per quanto riguarda il numero di giocatori che per quanto riguarda la copertura mediatica e il giro d’affari generato.

Stando alle ultime ricerche ufficiali che paragonano la realtà europea con quella italiana si nota che i titoli più giocati in entrambe sono EA FC, Call of Duty e League of Legends, ovvero giochi di simulazione sportiva, sparatutto in prima persona e MOBA. Ancora in ritardo, invece, il nostro Paese a livello di pubblico femminile. Nello Stivale le donne rappresentano appena il 22% degli appassionati (dato che comprende sia i fan che i gamer) mentre la media dei maggiori Paesi del Vecchio Continente è del 31%.

La concentrazione maggiore del pubblico degli e-sports in Italia, infine, si trova nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni, con importanti punte fino ai 44 anni, dato che dimostra che nel nostro Paese gli over 35 sono molto più coinvolti rispetto agli altri paesi europei.

 

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